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La Rete dei 65 movimenti (composta da 105 associazioni, comitati e altri autorevoli esponenti della società civile) si dissocia totalmente dal gravissimo tentativo, reso pubblico nella data del 15 marzo, di “aggiustare e ripulire” il decreto delegato sull’inclusione scolastica degli alunni/studenti con disabilità (ecco il link al parere favorevole sull’atto del Governo 378 pubblicato ieri 17-03-2017 )

Come abbiamo sempre affermato in numerosi sedi, questo testo è inemendabile e rappresenta un attacco gravissimo all’inclusione, al principio di non discriminazione, alla crescita armoniosa degli alunni/studenti “comunque abili”, e dunque alle loro famiglie, ai lavoratori del comparto scuola e agli operatori specializzati nelle diverse attività di assistenza (alla comunicazione, autonomia, ingiene), necessarie agli alunni/studenti con disabilità.

Il succitato tentativo di ridisegnare l’atto 378 ha prodotto, come era evidente e prevedibile, una mostruosità, priva di anima, nonostante una virata sul registro linguistico, attraverso gli evocativi termini “bambine e bambini” o “alunni e alunne” (che ben lieve effetto sortiscono, perché disgiunti dal ritiro del decreto delegato sull’infanzia, noto come 0-6, o da un’esplicita tutela per gli studenti non frequentanti, che hanno bisogno della scuola ospedaliera e domiciliare, ad esempio).

Per non parlare del girone dantesco nel quale precipiteranno le famiglie e i loro figli, nella speranza di superare più di cinque pareri, commissioni e percorsi labirintici, prima di avere qualche certezza sulla vita scolastica e i servizi irrinunciabili a essa legati.

Continua a permanere: la condizione dei diritti all’esistenza delle risorse disponibili; il GIT, organismo inutile che costerà oltre 13 milioni di euro, tolti alla scuola dell’inclusione; si prevedono i contributi economici alle scuole private, con il rischio delle “scuole speciali”, senza che si abbia il coraggio di dire a quanto ammonteranno queste somme; nel momento più importante per il futuro dei propri figli (i propri angeli) con disabilità, i padri e le madri sono lasciati soli con un esercito di personale sanitario e para-sanitario, nonché qualche rappresentante della scuola adibito a freddo burocrate, che dovranno decidere come “funziona” un bambino/a con disabilità, senza che sia prevista una figura educativa, pedagogica, di sostegno, ecc…; tutto viene deciso da questa “super-commissione” para-sanitaria; nessuno quantifica le ore di sostegno necessarie per ogni singolo bambino/a; si prevedono ben 4 momenti valutativi/accertativi ad opera di differenti gruppi di persone; una montagna di carte e una burocrazia pazzesca che dovrà confluire al GIT, organismo costosissimo. Una follia. Riteniamo gravissima l’accondiscendenza della Fish e della Fand ad un testo mostruoso.

La Rete dei 65 movimenti, oggi in sciopero per il ritiro dei decreti attuativi della Legge 107 del 2015, coerentemente col proprio obiettivo e mandato, fornirà a breve alle famiglie e ai soggetti coinvolti, in via diretta e a mezzo stampa, un vademecum per la lettura di questo “astruso e periglioso testo”.

Qui il comunicato stampa

Ashampoo_Snap_2017.03.21_19h51m43s_003_  No alla riforma del sostegno scolastico: meno diritti per i disabili Ashampoo Snap 2017

pag.2  No alla riforma del sostegno scolastico: meno diritti per i disabili pag
Fonte

https://retedei65movimenti.wordpress.com/2017/03/17/no-alla-riforma-del-sostegno-emendata-vogliamo-il-ritiro/

Nel 2017 parte la scuola pubblica ispirata agli studi della Bicocca

Il comune annuncia l’avvio della sperimentazione per l’innovazione scolastica alla Don Rimoldi di San Fermo, il progetto si chiama “Una scuola”

La nuova scuola sperimentale ispirata al manifesto educativo “Una scuola” è realtà. La prima classe, a tempo pieno e nella scuola pubblica, sarà attiva da settembre 2017 a San Fermo alla scuola primaria statale 4 Novembre dell’Istituto comprensivo Varese 1 Don Rimoldi.

L’iniziativa è stata presentata in comune dall’assessore Rossella Dimaggio, e dai promotori del progetto, davanti a un nutrito gruppo di genitori, che figuravano tra i firmatari di un appello per attivare questa sperimentazione all’interno delle scuole pubbliche del comune di Varese.

La Primaria 4 Novembre, inserita nell’istituto comprensivo Don Rimoldi, ha accolto con entusiasmo l’idea.

IL MANIFESTO

Il progetto nasce dal manifesto “Una scuola”, frutto del lavoro di due ricercatrici del Dipartimento di scienze umane per la formazione “Riccardo Massa”, Francesca Antonacci e Monica Guerra, presenti oggi in comune per raccontare la scuola.

una-scuola-finlandese-586119.610x431  A Varese una scuola senza compiti una scuola finlandese 586119

In particolare, entrambe le ricercatrici hanno ricordato il senso di comunità che animerà l’intera scuola e confermato che il metodo educativo si basa sulla fine della rigida compartimentazione in orari e discipline come nella scuola tradizionale. L’esperimento è balzato alla cronache nei mesi scorsi come ispirato ai metodi educativi della scuola finlandese, con lezioni all’aria aperta, assenza di compiti, tempo pieno e un sistema più partecipato nella costruzione dei giudizi.

L’idea piace a molti genitori, e durante la conferenza stampa alcune mamme hanno spiegato che si sta anche cercando uno scuolabus che aiuti le famiglie.

LA BICOCCA

Il progetto è stato accolto dagli insegnanti Rosaria Violi e Luca Tondini, e dall’Istituto Don Rimoldi coordinato dalla dirigente Maria Rosa Rossi che hanno preso in carico l’attivazione di una classe fondata sulle linee guida del manifesto. Un aspetto molto interessante è che la didattica sarà coordinata anche da un lavoro di osservazione e verifica da parte dell‘università Bicocca di Milano, che ne ha elaborata l’impianto teorico. L’assessore Dimaggio ha espresso molto entusiasmo per l’avvio della sperimentazione: “E’ una grande opportunità e sono molto felice che nasca nella scuola pubblica, a cui tutti crediamo profondamente”.

fonte

http://www.varesenews.it/2016/12/nel-2017-parte-la-scuola-pubblica-ispirata-agli-studi-della-bicocca/580925/

È un pessimo segnale per il futuro delle politiche sociali in Italia. Un colpo assestato dopo aver fatto balenare l’ipotesi di progettare e costruire livelli essenziali di assistenza in ambito sociale validi in tutto il Paese, di definire un Piano per la non autosufficienza, di aprire una stagione in cui l’attenzione all’inclusione sociale fosse significativa e unificante.”

È il commento del Presidente FISH Vincenzo Falabella alla lettura della risposta all’interrogazione parlamentare dell’onorevole Donata Lenzi. Il Ministero del Lavoro conferma che – in seguito ad un’intesa che ha visto convergere Stato e Regioni del 22 febbraio scorso – i trasferimenti di alcuni fondi alle Regioni a statuto ordinario verranno ridotti per esigenze di bilancio.

Fra questi il Fondo più pesantemente colpito è quello Nazionale per le Politiche Sociali che passa nel 2017 da 313 a 99 milioni portandolo vicino al minimo storico. Ma anche il Fondo per le Non Autosufficienze verrà ridotto a 450 milioni, perdendo 50 milioni.

Nella risposta scritta il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali sembra prendere le distanze da una decisione che indica come assunta da Regioni e Ministero dell’Economia – prosegue Vincenzo Falabella – ma per noi è rilevante l’esito e gli effetti di questa decisione che ha visto protagonisti gli assessori al bilancio ed i presidenti delle Regioni e il MEF. Peraltro lo specifico Tavolo per le non autosufficienze, di cui fanno parte oltre a FISH altre organizzazioni e sindacati, non ha ricevuto alcuna comunicazione di questa grave novità appresa da altri canali. Questo incide negativamente sulla qualità delle interlocuzioni in essere.”

La dura reazione di FISH, a cui è da ritenere ne seguiranno altre, potrebbe mettere in seria difficoltà il Ministro e l’Esecutivo anche su altri temi di rilevanza per le politiche sociali. “Gli effetti di questa intesa, oltre ai danni materiali che si faranno sentire soprattutto nelle regioni del Sud, passano sopra molte teste, oltre a quelle delle persone con disabilità e delle loro famiglie: è lo stesso Parlamento ad essere ignorato. Quei Fondi sono stati incrementati o garantiti dopo ampie discussioni in Camera e Senato. È ai Parlamentari che facciamo appello per avere adeguato sostegno. E lascia stupefatti l’atteggiamento delle Regioni che compensano le loro mancate revisioni della spesa accettando di rinunciare a parti consistenti dei trasferimenti sul sociale. Chiederemo inoltre un confronto tempestivo con il Presidente del Consiglio dei Ministri e con il Ministro dell’Economia.”

Ma la FISH non esclude anche una mobilitazione più ampia e diffusa nel Paese, in ogni singola regione, attorno alla quale conta di trovare ampie convergenze data la gravità politica di quanto accaduto.

 

fonte

Politiche sociali umiliate: tagli pesanti ai Fondi

Buona scuola

Buona scuola e disabilità: così si torna indietro di 40 anni!

Agpd esprime grande preoccupazione per i decreti attuativi della legge 107/2015 Buona scuola in tema di miglioramento dell’istruzione e delle inclusione degli alunni e studenti con disabilità, e lancia un grido di allarme: questi decreti violano l’articolo 3 della Costituzione e facendosi beffe della Convenzione Onu sui diritti delle persone con Disabilità, ci proiettano indietro di anni, a tempi di marginalizzazione e di medicalizzazione.

“Non condivido la soddisfazione per le aperture del Governo, raccolta da parte delle associazioni, rappresentative a  livello nazionale” – riferisce Rita Viotti, presidente di AGPD – “perché trovo di una gravità inaudita il mancato coinvolgimento del mondo associazionistico in fase di stesura. Questi decreti legittimano giuridicamente l’involuzione culturale, cui assistiamo già da qualche anno nelle scuole. Richiedere delle modifiche è certamente doveroso, ma temo che l’impegno di molti riuscirà a migliorare di poco il pasticcio fatto”.

Da anni, i pedagogisti di AGPD Onlus raccolgono segnali allarmanti di un processo di marginalizzazione in corso. A volte sono chiamati a intervenire per supportare, condividere buone prassi e strumenti educativi. Le richieste provengono da insegnanti, che manifestano apertamente il peso della propria inadeguatezza e la mancanza di una formazione adeguata. In questi casi, parliamo di ambienti in cui non è ancora venuta meno l’attenzione alla persona e il desiderio di lavorare in un’ottica inclusiva.

Ma cosa accadrà domani? I punti critici sono tanti; proviamo a considerare quelli a nostro avviso più rilevanti.
Con i Decreti si stabilisce la formazione specialistica per gli insegnanti di sostegno e non per tutti i docenti. Si porranno le basi di una separazione della carriera dei docenti e si finirà per investire l’insegnante di sostegno del compito di referente unico per l’integrazione, minando il senso della contitolarità.
Non escludiamo che ad attenderci dietro l’angolo ci siano: interventi mirati in gruppi ristretti, classi separate e progetti dedicati, anticamere di scuole speciali di vecchia memoria, costruite e volute con la presunzione di perseguire il bene della persona disabile.
I nuovo Decreti affidano a una commissione medica, legale e sanitaria, la valutazione della persona con disabilità che oggi è frutto di un lavoro di analisi fatto da: terapisti della riabilitazione, operatori sociali e della famiglia (per altro quest’ultima perde di centralità, relegata a una funzione meramente accessoria, chiamata a “chiedere”, “consegnare”, “aiutare a scrivere”). C’è di più, la valutazione avviene un’unica volta, al momento dell’accesso alla scuola dell’infanzia, e non si prevedono aggiornamenti al passaggio da un ordine scolastico all’altro. Dunque un unico documento, incurante del percorso di crescita proprio di ciascun individuo, segna l’intero percorso scolastico dello studente.
Con i Decreti, il PEI, Piano Educativo Individualizzato, sebbene ancora affidato a scuola, famiglia, Asl, viene approvato dai soli docenti. Al genitore non è nemmeno richiesto di apporre la propria firma, per suggellare il patto, l’azione condivisa a favore della persona. In essoscompare l’indicazione annuale delle ore di sostegno da assegnare alla persona, attribuzione demandata al nuovo GTI, Gruppo Territoriale per l’Inclusione.
Sarà interessante capire come verranno assegnate queste ore, quali parametri oggettivi consentiranno un’equa distribuzione da parte del GTI, che nei fatti, non avrà alcuna conoscenza della persona e dei suoi bisogni specifici. Quel che è certo: il meccanismo eliminerà le possibilità di controversie e di ricorsi familiari in caso di inadempienze.

In sintesi, la portata innovativa e culturale dei Decreti è venuta meno, e il principio cardine appare la contrazione dei diritti, un’operazione di semplificazione e facilitazione non convincente.
Dopo 40   anni di storia e leggi a favore dell’integrazione, addolora ritrovarsi a considerare il senso dell’autentica inclusione e di una diversità  che ancora non appare per quel che è: un valore, un valore per tutti, in una società ugualitaria.

In conclusione: che cosa vorremmo chiedere?  Di rigettare i Decreti, integralmente.
Vorremmo un ritiro, ma, detto in solitaria e di fronte all’arroganza di chi ha rifiutato il confronto in fase di stesura, siamo consapevoli di quanto inutile possa risultare questa richiesta.
Ci limiteremo dunque ad auspicare  che i danni possano essere minimizzati, raccogliendo le voci dei tanti  che in questi giorni si stanno adoperando con la richiesta di cambiamenti e modifiche, senza tuttavia privarci della convinzione che a livello culturale il danno è stato fatto e che saranno i nostri figli a pagarne le conseguenze.

 

fonte

 

http://www.agpd.it/buona-scuola-e-disabilita-indietro-di-40-anni/

Triste dirlo ma perchè in Italia si parla tanto di inclusione e poi vogliono discriminare con leggi e leggine la disabilità?

Ecco un esempio

 

Niente colpi di mano: verrà cancellata la parte delle delega della L.107/15 sul sostegno che avrebbe negato a molti alunni disabili il diritto a conseguire il diploma di licenza media.

 

Alessandro Giuliani

Niente colpi di mano: verrà cancellata la parte delle delega della L.107/15 sul sostegno che avrebbe negato a molti alunni disabili il diritto a conseguire il diploma di licenza media.

Dopo i Partigiani della Scuola Pubblica e i movimenti anti-decreto, negli ultimi giorni, dalle pagine della Tecnica della Scuola, aveva espresso il suo disappunto anche l’avvocato Salvatore Nocera, che fa capo all’associazione Fish.

A confermare la volontà di stralciare la norma è stata la Ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli rispondendo in questo modo alle crescenti preoccupazioni espresse da famiglie, sindacati e associazioni che tutelano i disabili e le loro famiglie, per il contenuto di diversi punti del decreto legislativo sulle “norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità (Atto 378).

“Tutte le studentesse e gli studenti con disabilità – ha spiegato Fedeli – saranno messi nelle condizioni di svolgere al meglio il proprio percorso di studi e di concluderlo sostenendo prove che attestino le loro specifiche competenze e abilità, in base al Piano educativo individualizzato, predisposto di proposito per loro”, ha detto anche

Con particolare riferimento agli esami conclusivi del primo grado. “Voglio rassicurare- ha continuato il ministro – famiglie, sindacati e associazioni. Il decreto attuativo sull’inclusione scolastica nasce dalla volontà e dalla determinazione di dare alle ragazze e ai ragazzi con disabilità pari opportunità formative e una qualità della vita all’altezza delle loro esigenze e dei loro sogni. Per questo le imprecisioni o le problematiche emerse verranno migliorate in ambito parlamentare“.

“Abbiamo chiaro che la disabilità è ricchezza, non è qualcosa in meno ma una positiva diversità e la nostra azione – ha proseguito la ministra – sarà improntata su questo principio cardine”.

Nei giorni scorsi Valeria Fedeli ha incontrato diversi rappresentanti delle associazioni per ascoltare le loro istanze e gli stessi sono stati ascoltati nelle Commissioni che stanno esaminando il decreto in Parlamento e nell’Osservatorio sull’inclusione del Miur.

“Rispetto all’esame di secondaria di primo grado – aggiunge la Ministra – la stessa legge 104 del 1992 stabilisce chiaramente che le studentesse e gli studenti della scuola dell’obbligo debbano essere verificati in base agli obiettivi del Piano educativo individualizzato, affinché si possa ragionare sulle abilità specifiche sviluppate e potenziate durante gli anni di studio”.

“Continueremo su questa strada e rafforzeremo una scuola di diritti e di opportunità che metta al centro le ragazze e i ragazzi, le loro peculiarità e il loro desiderio di futuro. Vogliamo costruire per loro una scuola che li accompagni nel domani. E una società che li accolga e faccia della loro diversità un’occasione di crescita globale”, ha concluso la responsabile del Miur.

fonte

http://www.flcgil.it/rassegna-stampa/nazionale/salva-la-licenza-media-dei-disabili-parola-di-ministro-faranno-gli-esami-in-base-al-pei.flc

Sette anni fa mi è stata fatta diagnosi di autismo per mia figlia Maria Pia. E’ stata dura, durissima. Pur essendo un operatore sanitario questa diagnosi è terribile perchè  la medicina ci dice che non c’è nulla da fare. Da genitore e professionista ho dovuto aprire gli occhi vivendo sulla mia pelle la disabilità di mia figlia. Ansia, paura, terrore, il dopo di noi, disperazione hanno permeato le prime fasi della mia personale vicenda umana. solo la mia tenacia lo studio per cercare altre strade mi hanno salvato ed hanno salvato la mia famiglia.

In questi anni di studio per “curare” l’autismo di mia figlia mi sono accorto mio malgrado che i diritti umani e della salute venivano violati artatamente da interessi ciclopici per i quali la stessa vita umana non ha valore alcuno se non per  ingigantire potere e  conti correnti.

Per questo sono sceso in campo perchè per prima cosa non voglio che nessun bambino nato sano possa diventare autistico, perchè l’autismo non è ne contagioso ne genetico e nemmeno colpa della “madre frigorifero”.

Questa associazione nasce proprio per dare risposte concrete a genitori e famiglie disperate per l’autismo o la disabilità del proprio figlio ma anche per ciò che riguarda tematiche sociali e rapporti con la scuola ed enti pubblici e privati nella presa in carico della disabilità e del disagio sociale.

Questo gruppo di persone, che spero possa essere sempre più numeroso, avrà a cuore moltissimi argomenti legati alla persona in toto, disabile o meno come l’ambiente, la natura, la corretta alimentazione, le energie rinnovabili, la green economy, la educazione anche scolastica,  home schooling, educazione parentale e qualsiasi altro argomento che possa far progredire la persona dal punto di vista psicofisico in ogni senso.

Il mio  appello in primis alle persone della Campania che vogliono partecipare a questa avventura appena nata e che spero possa diffondersi fra quante più persone possibili.

Cercherò per quanto mi sia possibile di creare delle “cellule teritoriali ” di AITSAD in primis NEI VARI TERRITORI DELLA CAMPANIA E SU PIU’ PROVINCE…..poi si vedrà.

L’UNIONE FA LA FORZA E QUESTA ASSOCIAZIONE VUOLE NASCERE DALLA VOSTRA FORZA.

Non voglio più genitori che non sanno come affrontare la disabilità ed il disagio voglio persone attive e combattive che non hanno vergogna della propria disabilità ma che anzi combattano per i diritti dei propri figli.

Ciò si fa creando dei percorsi di formazione anche a piccoli gruppi, , convegni in modo che sia la salute del disabile e delle famiglie ad essere al centro delle attenzioni delle istituzioni tutte.

Le istituzioni che dovremmo rispettare se ci rispettano e rispettano i diritti dei nostri figli e tutelino la persona nel suo equilibrio. Istituzioni che dovremmo stimolare al confronto costruttivo evitando sempre il muro contro muro. Istituzioni pubbliche e private che devono abituarsi a vederci come attori di un processo chiamato collaborazione.

Le chiusure sono sconfitte per tutti non lo dimentichiamo mai.

Le famiglie ahimè molte volte sono lasciate sempre sole di fronte ai drammi familiari, sia riguardo la disabilità ma anche il disagio sociale….perchè poi è la disabilità stessa a causare disagio sociale ed a diventare anche un pesante fardello economico.

Fare rete significa condividere esperienze fra chi vive sulla propria pelle un disagio sia esso sociale e/o cognitivo, motorio, psichico e di altro tipo.

Questa associazione E’ APERTA A TUTTI non solo a genitori con figli disabili ma a tutti coloro che vogliono magari solo informarsi e che vogliono dare una mano secondo le proprie specifiche competenze.

Le idee sono tante….le esperienze oramai ultraventennali nel campo della disabilità e centinaia di volte ho sentito il grido di dolore e di disperazione di genitori che non sanno come gestire il proprio figlio.

Questa associazione mette al centro della propria attività la persona disabile e/o normodotata nei rapporti con la tutela della libertà, della salute e dei diritti umani nel rispetto delle leggi e della costituzione da rispettare e far rispettare.

Basta bambini che vengono prelevati a scuola dai carabinieri, basta disabili offesi nella loro dignità da istituzioni cieche e lontano anni luce dai loro bisogni e sofferenze famiglie incluse.

Dobbiamo dire basta ad ogni sopruso e violazione dei diritti umani della persona e di chi se ne prende cura.

Bisogna crescere ed essere in tanti. Ciò ci permetterà di stabilire insieme di volta in volta obiettivi a breve termine e di trovare risorse sia economiche ma specialmente umane per realizzarli secondo le competenze e professionalità di ogni socio.

Per socio si intende una persona attiva, fortemente motivata ed informata che possa aiutare altre persone in un discorso solidale e collettivo e crescere insieme in una grande famiglie dove stretti ed interdipendenti debbano crescere ed alimentarsi i rapporti umani.

La tutela sociale parte dal rispetto delle leggi e dalla difesa dei diritti della persona sanciti dalla nostra costituzione. Dobbiamo cementare una unione in modo da riconoscerci come corpus unico e con obiettivi concreti e raggiungibili.  La politica dei piccoli passi alla fine porterà i suoi frutti e ci farà crescere tutti. La forza e la credibilità oltre che l’influenza sulle istituzione si conquista non solo con progettualità di alto livello ma anche e sopratutto dando risposte ai cittadini che non le trovano dalle istituzioni per mille ragioni. Si conquista anche crescendo di numero come corpo unico che influenze le scelte anche di chi ha responsabilità di scelte collettive e di governo che vanno ad influenzare la vita di tutti noi.

Meno show e più fatti ecco ciò che si intende per associazione. Dare risposte concrete alle persone con fatti concreti senza fronzoli cercando con le migliori intelligenze di bypassare difficoltà di ordine educativo, scolastico, nei rapporti con le istituzioni e la burocrazia.  Senza dimenticare inoltre  il supporto per quanto possibile e nei limiti delle risorse economiche che di volta in volta cercheremo, secondo le diverse progettualità, legali e medico-riabilitativo o di ogni diverso professionista rispetto a specifiche situazioni.

Si lotta non per il singolo ma per tutti noi. Lottare e vincere per le difficoltà relative per esempio al numero di ore limitato dalla burocrazia ad un bambino disabile e vincere significa aver vinto per tutti perché poi qualsiasi dirigente scolastico sarà ben attento a non violare i diritti di altri bambini figli dei soci ma anche allargando la difesa a coloro che non lo sono. Non si lotta per “punire” quel dirigente o funzionario sia pubblico che privato, si lotta sempre per i diritti dei nostri figli e della persona sempre nel rispetto delle leggi vigenti.

Qualora queste ultime non rispettino la persona e la libertà dei nostri figli ed i loro diritti oltre che la dignità della persona stessa procederemo insieme con ogni forma di protesta civile e legale contro ogni disposizione legislativa. Non ultimo ricorrere anche alla giustizia di ogni grado e specificità.

Unione non significa omologazione ma diversità. Perché gli obiettivi devono essere sempre chiari ed accettati da tutti. Possiamo discutere sugli strumenti per raggiungere gli obiettivi prefissati, nel rispetto del parere altrui, ma mai mettere in discussione il nostro fine ultimo: la difesa dei diritti inviolabili della persona.

In questo modo si cresce e si cementano i rapporti anche umani discutendo e confrontandosi gli uni agli altri nelle nostre diversità. Spalla a spalla sempre uniti nelle diversità vinceremo per i nostri figli, per noi e per tutti, avendo sempre ben presente il nostro obiettivo comune.

Per maggiori info sulla Timeline AITSAD clicca qui

Ad majora

Salvatore Morelli

L’idea di questa associazione è di essere libera ed indipendente da interessi e di perseguire verità e giustizia.

Nella prima fase si cercherà di coinvolgere il maggior numero di persone

  • A livello territoriale
  • su vari distretti provinciali in regione Campania
  • definizione di referenti territoriali e su varie città.
  • riunioni almeno trimestrali fra i vari referenti
  • promozione della attività associative sui vari territori
  • instaurare rapporti con istituzioni pubbliche, private ed esponenti della società civile

Si cercherà di fondare gruppi di lavoro nei vari territori con un referente che si faccia portavoce di problematiche e di esigenze delle varie cellule di AITSAD.

Chiunque viva sulla propria persona la disabilità, autismo o stato di emarginazione può far parte di questa associazione che avrà in primis il compito di informare obiettivamente le persone su autismo, danni iatrogeni vaccini compresi ma non solo, mediante incontri fra un numero anche piccolo di persone in modo da far buona informazione.

Inoltre ogni cittadino italiano maggiorenne potrà far parte di questa grande famiglia.

Creare una rete di persone che possa essere utile per affrontare in modo reale e concreto le persone ed i genitori che assistono un disabile è importante oltre però cercare di “evitare” che danni ai bambini ed alle persone possano essere perpetrati.

Inoltre sarà fondamentale affrontare le problematiche relative al mondo scuola, al sostegno ed al mondo della riabilitazione e dei  numerosi metodi di approccio alla disabilità senza privilegiarne nessuno ma valutandoli da caso a caso a seconda della specificità di ogni persona disabile.

Il mio augurio è quello che possiate essere tanti e numerosi

Per maggiori approfondimenti leggere  il MANIFESTO DELL’ASSOCIAZIONE

Salvatore Morelli

 

Eccoci!!!

Dopo aver tribolato per commercialisti vari per poter dare alla luce questa associazione ebbene si ho dovuto fare tutto da me ed alla fine l’Associazione Italiana Tutela Sociale, Autismo e Disabilita’ è nata.

Inizio dal logo scelto che mi accompagna un po da sempre

 

A.I.T.S.A.D.  Eccoci Ashampoo Snap 2015

il “memento audere semper” di Gabriele D’Annunzio il Vate

Bisogna ricordarsi nella vita almeno di provarci sempre…..di osare….di cercare di mettersi in discussione e questa associazione è mettersi in discussione e reinventare il concetto di disabilità e di svantaggio sociale attraverso una notevoli spinta di natura informativa ma anche speriamo nella pianificazione di percorsi e progetti che possano realmente migliorare la qualità della vita sia delle persone con disabilità ma anche di quelle che vivono in condizioni di svantaggio sia economico ma non solo.

 

logo-esteso-no-onlus  Eccoci logo esteso no onlus 1
associazione italiana tutela sociale autismo e disabilità

Ecco il nostro logo pieno di vita e di luce….speranza di un mondo migliore attraverso l’azione attiva ed incisiva delle idee.

Crescita culturale e spinta nel sociale in modo che la disabilità non sia solo uno strumento per fare promozione o pubblicità ma creare le condizioni per una integrazione che si possa dire efficiente.

Questo si fa cambiando le coscienze, la cultura partendo dai più piccoli.

La nostro associazione sarà inserita in un contesto che parte dalla collaborazione con enti sia pubblici che privati in primis nel nostro territorio, ma anche in diversi distretti in primis della Campania.

L’idea è quella di creare delle cellule distrettuali ed inserirle in una rete che fa capo a questa associazione e che supportino e diventino parte essenziale ed integrante di idee, iniziative, battaglie per i diritti umani ed in particolar modo delle persone disabili.

Libertà di iscrizione a questa associazione per tutti, non necessariamente genitori o parenti con bambini disabili o svantaggio sociale, ma anche per tutti coloro che per esempio ne volgiono sapere di più sulla disabilità e sull’autismo.

Ecco autismo una parola che fa paura e che permea la mia vita da sempre essendo il papà di una bimba autistica Maria Pia.

L’autismo è la prima causa di disabilità al mondo in età evolutiva.

E’ una pandemia silente purtroppo che si sta enormemente espandendo in tutto il mondo.

Per noi è indispensabile capire quali siano le cause dell’autismo, cercare di collaborare con indagini e con università, asl, enti pubblici e privati o supportare il loro studio sull’autismo essenzialmente per la ricerca della verità e mai per difendere o pubblicizzare la loro attività professionale.

Cercare di creare su vari territori un computo dei casi di autismo per verificarne la incidenza nel corso degli anni, chiedere alle autorità politiche come mai per esempio nessun dato è fornito sull’autismo dal ministero.

La nostra sarà un battaglia anche per i danneggiati da vaccini e per tutti coloro che hanno ricevuto un danno da attività medica, da condotte pericolose per la salute ( assunzione di alcol o droghe) o da tossicità ambientale.

In ultimo, ma vi sarebbero anche molti altri ambiti, due parole per il mondo scuola.

Esso ahimè per mia esperienza professionale e personale è assolutamente non in grado di gestire al disabilità e la integrazione scolastica resta ahimè una chimera ed anche le attività educative riguardo la disabilità sono alquanto sterili e senza una idonea programmazione e quindi proposizione di risultati e di indicatori che possano dirci se vi sono miglioramenti o meno in seno a PDF, PEI ed intervento nel gruppo classe in primis dei docenti di sostegno.

Senza dimenticare che i BES e DSA negli ultimi anni sta letteralmente diventando un problema colossale visti i numeri dal 2010 ad oggi dove oltre il 2% della popolazione scolastica italiana ha problematiche di apprendimento o svantaggi legati ad altro.

Spero che in molti, almeno in questa prima fase, in Campania, nella mia regione possano aderire con forza e veemenza a questo progetto, che oltre che creare progetti e condizioni anche culturali per la  percezione “diverso” e del ” disabile” si renderà promotrice di una assidua attività informativa.

Quest’ultima non sarà mai “settaria” ma sempre proponendo un confronto dialettico, culturale e scientifico sano dove il rispetto per le idee altrui anche se diverse deve essere rispettato.

La nostra è una ricerca di giustizia e verità per tutto cio che riguarda l’individuo, la sua dignità ed il suo diritto alla salute ed alla integrazione sociale.

 

 

 

A denunciarlo è la senatrice pentastellata Manuela Serra in un’interrogazione al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. “È una porta sbattuta in faccia alle tante famiglie italiane che quotidianamente provano sulla propria pelle la difficoltà di garantire una ‘vita normale’ ai propri ragazzi autistici. Quando il decreto sull’aggiornamento dei Lea arriverà in Parlamento, daremo battaglia”. Ma secondo il ministero i nuovi Lea recepiscono in toto la nuova legge.

Autismo. M5S: “Gravissimo escluderlo da aggiornamento Lea” front7790726

19 LUG – “L’esclusione di una sezione dedicata all’Autismo dallo schema di decreto che aggiorna i Lea è una porta sbattuta in faccia alle tante famiglie italiane che quotidianamente provano sulla propria pelle la difficoltà di garantire una ‘vita normale’ ai propri ragazzi autistici. A queste madri e a questi padri, il governo aveva promesso di dare attuazione alla legge con uno stanziamento di 50 milioni di euro per il 2016, ma nell’allegato finanziario dei nuovi Lea di questi soldi non c’è traccia, così come del Fondo per la cura delle persone autistiche, istituito nell’ultima legge di Stabilità proprio grazie a un emendamento del M5S”. A denunciarlo è la senatrice M5S Manuela Serra in un’interrogazione al ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

“A che gioco sta giocando il Ministro della Salute? Lo chiediamo direttamente a lei, preannunciandole già da ora che quando il decreto sull’aggiornamento dei Lea arriverà in Parlamento, daremo battaglia perchè venga corretto e perchè le legittime richieste delle famiglie di ragazzi autistici non rimangano ancora una volta inascoltate” conclude Serra.

Ma dal ministero assicurano che i nuovi Lea recepisno nuova legge su autismo. In ogni caso, in attesa della risposta ufficale del ministero in Parlamento a questa interrogazione, ricordiamo che nella recente conferenza stampa del ministro Lorenzin, nella quale sono state illustrate le novità dei Lea 2016, è stato chiarito che il nuovo schema di decreto recepisce la legge n. 134 del 2015, che prevede l’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza per la diagnosi precoce, la cura e il trattamento individualizzato dei disturbi dello spettro autistico.

 

fonte

 

 

 

Nuovi Lea. Il Ministero illustra il Dpcm. Lorenzin: “Dal Mef c’è via libera informale. A ore l’ok definitivo. E le risorse basteranno”

Presentati oggi al Ministero tutte le novità dei nuovi Lea. Dalla revisione dei nomenclatori di protesi e prestazioni specialistiche, passando per l’aggiornamento dell’elenco delle malattie rare e quelle croniche. E poi ancora nuovi vaccini, screening neonatale, endometriosi, celiachia, autismo (i Lea recepiscono in toto la nuova legge) e la Pma. E poi la svolta sull’appropriatezza.  SLIDES NUOVI LEA – VIDEO LORENZIN

Ashampoo_Snap_2016.07.19_18h16m50s_001_  Nuovi Lea. Il Ministero illustra il Dpcm. Lorenzin: “Dal Mef c’è via libera informale. A ore l’ok definitivo. E le risorse basteranno” Ashampoo Snap 201614 LUG – “Per quanto riguarda i nuovi Livelli Essenziali di assistenza (Lea) “abbiamo avuto il consenso informale del Mef e aspettiamo a ore la nota ufficiale. A quel punto il decreto andrà in Stato-Regioni e poi alle commissioni di Camera e Senato e così inizierà nuova stagione”. Con queste parole il ministro della Salute Beatrice Lorenzin in conferenza stampa detta i tempi dell’attesissimo Dpcm.

“Nei nuovi lea – ha detto Lorenzin – segniamo un nuovo metodo di lavoro con le categoria coinvolte”. Inoltre una volta approvati “permetteranno di erogare su tutto il territorio le stesse prestazioni già assicurate in alcune regioni”. E “qualora servirò aggiornarli, non servirò aspettare 15 anni, sarà possibile farlo di continuo: ogni anno verranno aggiornati”.

Il Ministro ha poi parlato anche delle risorse. “C’è voluto un tempo molto lungo per i Lea proprio perché abbiamo fatto un lavoro approfondito e secondo le nostre stime 800 mln sono sufficienti. In ogni caso, come tutte le cose nuove i Lea saranno migliorabili e perfettibili”.

Ma ad illustrare tutte le novità dei nuovi Lea ci ha pensato in conferenza stampa il Dg della programmazione del Ministero della Salute, Renato Botti.

Ecco in sintesi le novità:

Il nuovo nomenclatore della specialistica ambulatoriale
Il nuovo nomenclatore provvede al necessario e atteso aggiornamento del nomenclatore disciplinato dal decreto ministeriale 22 luglio 1996, includendo prestazioni tecnologicamente avanzate ed eliminando quelle ormai obsolete.

Vengono introdotte numerose procedure diagnostiche e terapeutiche che nel 1996 avevano carattere quasi “sperimentale” oppure erano eseguibili in sicurezza solo in regime di ricovero, ma che oggi sono entrate nella pratica clinica corrente e possono essere erogate in ambito ambulatoriale.
– individua chiaramente tutte le prestazioni di procreazione medicalmente assistita (PMA) che saranno erogate a carico del Servizio sanitario nazionale (fino ad oggi erogate solo in regime di ricovero)

– rivede profondamente l’elenco delle prestazioni di genetica e, per ogni singola prestazione, fa riferimento ad un elenco puntuale di patologie per le quali è necessaria l’indagine su un determinato numero di geni

– introduce la consulenza genetica, che consente di spiegare al paziente l’importanza ed il significato del test al momento dell’esecuzione, le implicazioni connesse al risultato al momento della consegna del referto ed, eventualmente, di fornire allo stesso il sostegno necessario per affrontare situazioni spesso emotivamente difficili

– introduce prestazioni di elevatissimo contenuto tecnologico (adroterapia) o di tecnologia recente (enteroscopia con microcamera ingeribile, radioterapia stereotassica)

Il nuovo nomenclatore dell’assistenza protesica.
Il nuovo nomenclatore dell’assistenza protesica consentirà, tra l’altro, di prescrivere:

– ausili informatici e di comunicazione (inclusi i comunicatori oculari e le tasIere adaEate per persone con gravissime disabilità)

– apparecchi acustici a tecnologia digitale
attrezzature domotiche e sensori di comando e controllo per ambienti
(allarme e telesoccorso)

– posaterie e suppellettili adattati per le disabilità motorie, barella adattata per la doccia, scooter a quattro ruote, carrozzine con sistema di verticalizzazione, carrozzine per grandi e complesse disabilità, sollevatori fissi e per vasca da bagno, sistemi di sostegno nell’ambiente bagno (maniglioni e braccioli), carrelli servoscala per interni

– arti artificiali a tecnologia avanzata e sistemi di riconoscimento vocale e di puntamento con lo sguardo

Revisione dell’elenco delle malattie rare
Il provvedimento prevede un consistente ampliamento dell’elenco delle malattie rare, realizzato mediante l’inserimento di più di 110 nuove entità tra singole malattie rare e gruppi di malattie Ad esempio, sono inserite nell’elenco: la sarcoidiosi; la sclerosi sistemica progressiva; la miastenia grave. Da notare come le prestazioni concernenti le malattie rare sono erogate in regime di esenzione.

Revisione dell’elenco delle malattie croniche
Importanti revisioni sono apportate anche all’elenco delle malattie croniche. Ad esempio:

– sono introdotte sei nuove patologie esenti: sindrome da talidomide, osteomielite cronica, patologie renali croniche, rene policistico autosomico dominante, endometriosi negli stadi clinici “moderato” e “grave”, broncopneumopatia cronico ostruttiva negli stadi clinici “moderato”, “grave” e “molto grave”

– vengono spostate tra le malattie croniche alcune patologie già esenti come malattie rare, quali: malattia celiaca, sindrome di Down, s. Klinefelter, connettiviti indifferenziate

Per la maggior parte delle malattie incluse nell’elenco sono individuate una serie di prestazioni fruibili in esenzione.
Per alcune particolari mala sono individuate puntualmente in quanto le necessità assistenziali dei pazienti sono estese e variabili. In tal caso, per garantire una maggiore flessibilità assistenziale, il medico le individuerà di volta in volta

Vaccini.
Vi è l’introduzione di nuovi vaccini (come: anti-Papillomavirus, anti- Pneumococco, anti-Meningococco) e l’estensione a nuovi destinatari (ad esempio, per il Papillomavirus il vaccino viene erogato anche agli adolescenti maschi)

Screening neonatale.
Vi è l’introduzione dello screening neonatale per la sordità congenita e la cataratta congenita e l’estensione a tutti i nuovi nati dello screening neonatale.

Endometriosi.
Viene previsto l’inserimento dell’endometriosi nell’elenco delle patologie croniche ed invalidanti, negli stadi clinici “moderato” e “grave”. Di conseguenza, si riconosce alle pazienti il diritto ad usufruire in esenzione di alcune prestazioni specialistiche di controllo. Si stimano circa 300.000 esenzioni

Celiachia.
La celiachia diviene, da malattia rara, una malattia cronica.
Ciò in quanto il percorso diagnostico di tale patologia non risulta, ad oggi, tortuoso, lungo e oneroso come avviene per i malati rari.

– sono mantenute in esenzione tutte le prestazioni di specialistica ambulatoriale comprese nei LEA, utili al monitoraggio della patologia e alla prevenzione delle complicanze e degli eventuali aggravamenti.

– come per tutte le malattie croniche è sufficiente una certificazione di malattia redatta da uno specialista del Servizio sanitario nazionale per ottenere il nuovo attestato di esenzione

Viene mantenuta la disciplina della concessione degli alimenti ai celiaci

Autismo.
Il nuovo schema di decreto recepisce la legge n. 134 del 2015, che prevede l’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza per la diagnosi precoce, la cura e il trattamento individualizzato dei disturbi dello spettro autistico

Procreazione medicalmente assistita.
Sino ad oggi le prestazioni di procreazione medicalmente assistita erano erogate solo in regime di ricovero. Per il futuro:

– viene previsto l’inserimento nel nomenclatore della specialistica ambulatoriale di tu9e le prestazioni necessarie nelle diverse fasi concernenti la procreazione medicalmente assistita, omologa ed eterologa.

– Tutte le prestazioni di raccolta, conservazione e distribuzione di cellule riproduttive finalizzate alla procreazione medicalmente assistita eterologa sono a carico del Servizio sanitario nazionale.

Le risorse.
Gli 800 milioni di euro stanziati dalla legge di stabilità vengono, quindi, allocati nei 3 livelli assistenziali, destinando:

– 600 milioni per l’assistenza distrettuale (così suddivisi: specialistica 380 milioni, protesi 153 milioni);

– 220 milioni di euro per la prevenzione sanitaria (vaccini);

– I 20 milioni di euro aggiuntivi derivano da un risparmio dovuto al trasferimento di prestazioni dall’assistenza ospedaliera ad altri ambiti assistenziali.

fonte
http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=41628