L’Europa mette a confronto i sistemi sanitari. Vince l’Olanda, Italia al 21°...

L’Europa mette a confronto i sistemi sanitari. Vince l’Olanda, Italia al 21° posto

Ecco la classifica rapportata alla vaccinazione obbligatoria o meno

Qui la classifica europea per Sistemi Sanitari:

1) Olanda (non ha vaccini obbligatori)
2) Svizzera (non ha vaccini obbligatori)
3) Norvegia (non ha vaccini obbligatori)
4) Finlandia (non ha vaccini obbligatori)
5) Danimarca (non ha vaccini obbligatori)
6) Belgio (obbligatorio solo 1)
7) Islanda (non ha vaccini obbligatori)
8) Lussemburgo (non ha vaccini obbligatori)
9) Germania (non ha vaccini obbligatori)
10) Austria (non ha vaccini obbligatori)
11) Francia*
12) Svezia (non ha vaccini obbligatori)
13) Portogallo (non ha vaccini obbligatori)
14) Inghilterra (non ha vaccini obbligatori)
15) Rep. Ceca
16) Scozia (non ha vaccini obbligatori)
17) Macedonia (non ha vaccini obbligatori)
18) Estonia (non ha vaccini obbligatori)
19) Spagna (non ha vaccini obbligatori)
20) Slovenia
21) Slovacchia
22) Italia
23) Irlanda (non ha vaccini obbligatori)
24) Croazia
25) Cipro (non ha vaccini obbligatori)
26) Ungheria
27) Lettonia
28) Malta
29) Grecia
30) Bulgaria

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l sondaggio annuale sull’assistenza medica vede i Paesi Bassi in vetta, seguiti da Svizzera, Norvegia, Finlandia e Danimarca. Il nostro paese in discesa rispetto al passato.L’Italia è al ventunesimo posto classifica dell’Indice europeo Health Consumer

BRUXELLES – L’Italia sanitaria non migliora, anzi, insieme a pochissimi altri Paesi perde punti e un posto nella classifica dell’Indice europeo Health Consumer (EHCI) presentato stamane a Bruxelles davanti al Commissario europeo per la salute, il lituano Vytenis Andriukaities. Nato nel 2006 su iniziativa del centro indipendente svedese Health consumer powerhouse (HCP), l’indice è lo sforzo di fotografare dal punto di vista dei consumatori lo stato della sanità di ciascun Paese basandosi su dati ufficiali.

IL GRAFICO / L’INDICE EUROPEO

Sono oggi 37 i Paesi “osservati” (con la Scozia che un sistema sanitario diverso dal Regno Unito) e valutati in sei grandi aree con 47 diversi indicatori, soppesati e riequilibrati con criterio numerico. L’Italia, con 648 punti, si presenta al 21° posto (l’anno scorso era al 20° ed al 15° nei primi rilevamenti). Resta al primo posto l’Olanda, con un punteggio di 898 su 1000, seguita da Svizzera, Norvegia, Finlandia e Danimarca.

Cala la spesa sanitaria. Non per tutti i Paesi è lo stesso. “Nonostante molti Paesi registrino un lieve calo della spesa sanitaria, le prestazioni complessive nell’ambito della sanità continuano a migliorare”, ha spiegato Arne Bjornberg, presidente dell’HCP e direttore della ricerca. Nel 2006, il primo indice assegnava un punteggio superiore a 800 a un solo paese, mentre nel 2014 la stessa soglia è stata superata da ben nove sistemi sanitari, tutti caratterizzati da ottime prestazioni. L’Italia invece continua la discesa dal primo rilevamento ad oggi, anche se il punteggio, segnalano i ricercatori non è di per sé rilevante e va preso con grande “cautela”. Bisogno di riforme in un clima di paralisi politica, è il messaggio che arriva da Brussels, con “l’attuale regionalizzazione della sanità pubblica che minaccia di allargare il divario fra Nord e Sud, rendendo talvolta difficile stabilire la media italiana”. Perché, e questo viene riconosciuto, l’Italia ha le sue ecellenze.

I criteri. I 47 indicatori individuati dai ricercatori a cui viene riconosciuta una certa autorevolezza (vista la presenza del Commissario europeo della Salute) riguardno i Diritti dei pazienti e informazioni (12 indicatori: dal diritto alla seconda opinione alla prenotazione online o alla ricetta per mail, al catalogo con ranking di qualità dei servizi ), Accessibiltà e tempi di attesa(5 indicatori: dall’accesso entro la giornata dal medico di famiglia alle liste di attesa), Outcome (7 indicatori: dalle morti infantili, all’aborto, alla cura della depressione), Range e servizi (8 indicatori: dall’equità del sistema sanitario al trapianto di reni per milione di abitanti, alle cure pubbliche dei denti, al numero di parti cesarei), Prevenzione (8 indicatori, introdotti negli ultimi due report: dalla vaccinazioni neonatali e dell’Hpv, dalla prevenzione fumo, all’assunzione media di zuccheri, ai diabetici non diagnosticati), Farmaceutica (7 indicatori tra cui introduzione di nuovi farmaci anticancro, uso o abuso di antibotici, accesso ai farmaci di ultima generazione).

L’indagine relativa alle associazioni dei pazienti, è stato detto, segnala “un notevole miglioramento, in base al quale il Paese sembra avere ridotto significativamente il problema dei pagamenti in nero”. Su questo dato i dubbi sono legittimi.

Raccomandazioni. “Attendersi grandi riforme, che appaiono estremamente incerte, significherebbe prendersi in giro”, ha detto Bjornberg, “Sembra più probabile attuare misure specifiche, come una forte svolta nella prevenzione antifumo, dato che quest’ultimo è una delle cause degli scarsi risultati dei trattamenti. L’eccessivo consumo di antibiotici va a braccetto con l’elevato livello di gravi infezioni ospedaliere: si tratta di una correlazione pericolosa, che andrebbe affrontata”.  Altro tema è l’assistenza a lungo termine della popolazione in invecchiamento: “un’abissale mancanza di preparazione. Sotto questo punto di vista, infatti, l’Italia si colloca allo stesso posto di Romania e Grecia, ma ancora una volta non sembra esservi alcuna volontà politica di attuare azioni risolutive”.

fonte

http://www.repubblica.it/salute/2015/01/27/news/indice_salute_europea-105869922/

grafico qui

http://www.repubblica.it/salute/2015/01/27/news/sistemi_sanitari_a_confronto-105876986/

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